A diffondere la notizia è stato Disqus, noto servizio che permette di commentare gli articoli in tantissimi siti e blog (tra i quali anche CNN, Time e Fox News) senza dover utilizzare sistemi propri.
A quanto pare gli utenti che si firmano utilizzando pseudonimi scrivono commenti quantitativamente e qualitativamente maggiori di quelli che usano la propria identità.
I dati sono stati estratti da un campione di 500.000 commenti, provenienti da vari siti, alloggiati su Disqus.
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Se per alcuni lo sciopero di Wikipedia di qualche giorno fa (leggi l'articolo: Wikipedia sciopera contro la legge bavaglio SOPA) è passato inosservato, il 23 gennaio si preannuncia come la giornata che resterà nella memoria di molti navigatori.
Si preannuncia infatti una serrata massiccia dei principati social network (Facebook, Twitter e Google+) che si preparano ad auto-oscurarsi, per protesta, il 23 gennaio prossimo.
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Una rappresaglia improvvisa, anticipata da un breve messaggio su Twitter, ecco la risposta degli hacktivisti di Anonymous alla chiusua di Megaupload e Megavideo ordinata dall'FBI.
A brevissima distanza dalla chiusura dei due noti siti di file sharing ad opera dell'FBI, il noto movimento di protesta ha attaccato e reso inaccessibili, per alcune ore, alcuni siti governativi e siti di alcune major americane coinvolte nella campagna per l'approvazione delle leggi, contro la pirateria informatica, SOPA e PIPA.
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Il più famoso sito di file sharing e di videostreaming è stato chiuso in seguito all'ordinanza dell' FBI e del Dipartimento di Giustizia americano e al relativo arresto del fondatore Kim Schmitz (che rischia 50 anni di carcere) e di altri tre soggetti.
Secondo l'FBI l'uso della maggiorparte dei file caricati sui server dai membri (e quindi scaricati), tra i quali film e musica, è illegale in quanto la maggior parte di essi sono protetti da diritti di copyright. Lo scopo del sito infatti era quello di permettere l'archiviazione e la condivisione di file troppo grandi per poter essere spediti via email. L'attività di MegaUpload e MegaVideo avrebbe causato un mancato profitto di circa 500 milioni di dollari ai detentori dei diritti di copyright e un guadagno illegale di oltre 175 milioni.
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È partita oggo negli USA Good to Know (Buono a sapersi) la più grande campagna di educazione dei consumatori, volta a rendere il Web più sicuro.
Quante volte avete parlato con utenti di internet che non conosco le minime norme per la sicurezza su internet? Persone che usano spesso, se non sempre, la stessa password (magari facile come il nome di una persona cara) per accedere alla posta, ai siti internet e magari anche al portale della propria banca. Gente che continua a pensare che i Coockie siano i biscotti in inglese. Bene questa campagna è proprio dedicata a loro.
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Anche Wikipedia si prepara alla protesta contro la legge bavaglio SOPA in discussione presso il Congresso USA.
La nuove legge a tutela del diritto d'autore, voluta dalle major a stelle e strisce, sta provocando una marea di dissensi, non solo tra gli utenti del Web ma anche i maggiori siti si stanno muovendo contro l'approvazione della legge bavaglio.
Oltre a Wikipedia anche Yahoo, Netscape, Google, Blogger, Twitter, PayPal, Mozilla, Flickr, YouTube ed eBay.
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La notizia arriva dagli USA, Bing supera Yahoo! nella speciale classifica dei motori di ricerca più usati.
La notizia è stata data da ComScore sulla base di dati raccolti dalla stessa azienda di statistiche americana.
A dicembre 2011 il motore di ricerca targato Microsoft è stato usato per 2,75 miliardi di ricerche contro le 2,65 miliardi di ricerche di Yhaoo!
In testa alla classifica c'è l'irragiungibile Google con oltre 12 miliardi di ricerche ed una quota di mercato del 65,9%, Bing 15,1% e Yhaoo! con il 14,5%.
Il famoso negozio di calzature ed abbigliamento Zappos ha informato tutti i suoi clienti di esser stato vittima di un attacco da parte di ignoti hacker.
Si tratterebbe di un attacco in larga scala, soprattutto perchè pare siano stati compromessi oltre 24 milioni di account, con i relativi nomi, indirizzi fisici, indirizzi e-mail e numeri di telefono.
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Storica decisione dell'ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) che ha deciso di aprire i domini di 1° livello anche ai nomi in alfabeto arabo e cinese.
Si tratta di uno dei più significativi cambiamenti nella storia di internet, forse anche più del WEB 2.0.
Dal 12 gennaio la Icann accetterà richieste di nomi di dominio di primo livello (TLD, top level domain).
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I fatti risalgono al 2010, ma solo ora è trapelata la notizia (diffusa dal Financial Times) in seguito alla causa che ne è scaturita.
John Flexman, responsabile del personale della BG Group è stato licenziato per aver aggiornato il proprio profilo su LinkedIn selezionando l'opzione interessato a opportunità di carriera.
La cosa paradossale è che a quanto trapela dalla BG Group proprio lo stesso Flexman aveva richiesto che i dipendenti firmassero un documento nel quale si impegnavano a non utilizzare LinkedIn per cercare lavoro altrove.
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