Caso Megaupload, sempre più probabile una cospirazione

Caso Megaupload, sempre più probabile una cospirazioneSi fa sempre più reale la probabilità che il caso Megaupload sia una Mega Conspiracy.

Stamane la Corte Suprema della Nuova Zelanda, chiamata a decidere sull'estradizione di Kim Dotcom, ha stabilito che i mandati di perquisizione usati dall'FBI per perquisire la casa del boss di Megaupload e per trarlo in arresto, non sono validi.

Un ulteriore colpo alle autorità USA impegnate nel caso, dopo che già a fine aprile era saltato il processo per un vizio giuridico.

Secondo il giudice Helen Winkelmann i mandati utilizzati sono generici, cioè non riporterebbero il dettaglio del reato di cui sarebbe accusato Kim Dotcom e con lui il sito di file sharing Megaupload, e per ciò non validi nel caso specifico.

Nella sentenza si legge anche

... i dati contenuti nei computer requisiti dall'FBI nell'abitazione neozelandese del fondatore di Megaupload sarebbero stati ottenuti illegalmente, e non dovevano essere portati al di fuori del Paese...

... le copie dei dischi rigidi inviate negli USA dall'FBI violano l'articolo S49 del MACMA (Mutual Assistance in Criminal Matters Act) il quale prevede che gli oggetti sequestrati debbano rimanere sotto il controllo del commissario di polizia locale...

Obbligatoria, in questo caso, la richiesta di restituzione da parte delle autorità Neozelandesi di tutto ciò che è stato sequestrato dall'FBI.

L'intervento del giudice Winkelmann si conclude con un pensiero sull'intervendo delle squadre speciali USA in casa del fondatore di Megaupload definendo l'azione irragionevole.

Ovviamente la reazione di Kim Dotcom non si è fatta attendere, sul suo profilo Twitter sono apparsi molti tweet che rimandavano all'esito della sentenza.

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