La scorsa settimana vi abbiamo invitato a votare un referendum indetto da Facebook per la scelta della nuova Dichiarazione dei diritti e delle responsabilità (DDR) all'interno del noto social network.
La risposta dei nostri lettori è stata buona, visti i feedback che la nostra redazione ha ricevuto, purtroppo però non è bastato.
Nonostante oltre 650 mila utenti di Facebook abbiano espresso il loro parere, di cui oltre il 87% ha espresso il desiderio di manterene l'attuale DDR il quorum del 30% (pari a 300 milioni di utenti) degli utenti totali non è stato raggiunto e quindi sarà Facebook a decidere o meglio è stato immediatamente applicato il nuovo DDR che da a Facebook praticamente i pieni poteri sui dati personali degli utenti del social network.
Con un comunicato Facebook ha fatto dichiarato
Abbiamo fatto degli sforzi sostanziali per informare i nostri utenti e incoraggiarli a votare, sia tramite l'invio di e-mail, sia nella sezione Notizie. Nonostante tali sforzi e l'attenzione dei media in tutto il mondo, ha votato meno dell'uno percento dei nostri utenti, che sono un miliardo in totale.
Nonostante la partecipazione al voto sia stata minima, questa esperienza ha messo in luce il vero valore del nostro processo di avviso e commento. I commenti forniti dagli utenti alle nostre proposte nei sette giorni passati, oltre ai consigli ricevuti dagli enti regolatori che abbiamo consultato in tutto il mondo, ci hanno spinto a fornire chiarimenti e modifiche alle nostre proposte.
Immediatamente è stata pubblicata la nuova Dichiarazione dei diritti e delle responsabilità e la nuova Normativa sull'utilizzo dei dati.
Tra le novità
l'abolizione dei referendum online, da ora Facebook prenderà decisioni sulle modifiche da apportare a questi documenti senza più indire referendum popolari tra gli utenti,
la possibilità per Facebook di condividere i dati personali degli utenti con servizi terzi, come Instagram, al fine di creare campagne pubblicitarie più mirate.
Ovviamente il voto era a livello mondiale e non ci è dato sapere il grado di partecipazione/astensione per paese, ma è comunque rilevante notare come l'astensionismo ha un peso decisionale sempre molto pesante e come la disinformazione possa portare alla perdita di diritti fondamentali, come quello decisionale.